Digitalizzazione, Sicurezza sul lavoro

Occorre adottare un approccio positivo per spingere le persone ad agire in sicurezza

Intervista a Gerd-Jan Frijters

8 minuti 26/04/2021

Le nuove forme di lavoro e una crescente consapevolezza per la salute mentale hanno alimentato la discussione sulla metodologia e le metriche attualmente utilizzate in ambito salute e sicurezza sul lavoro. L'approccio tradizionale si concentra sull'evitare eventi negativi ed è alla base di concetti come "Vision Zero" e "Zero Accident Vision", molto diffusi tra le aziende. Tuttavia, l'utilizzo di questo approccio come unico obiettivo della salute e della sicurezza sul lavoro è stato oggetto di numerose critiche. Su questo argomento Quentic ha intervistato, nell'ambito del Safety Management Trend Report 2021Gerd-Jan Frijters, un rinomato consulente per la cultura della sicurezza e fondatore di D&F Consulting, nonché forte sostenitore di un approccio moderno.

Il potere della psicologia positiva: Safety-II

Sig. Frijters, Lei ha fondato D&F, una società che si occupa di consulenza per processi relativi alla cultura della sicurezza, al comportamento e alla gestione integrata della sicurezza. Quale approccio alla sicurezza segue personalmente?

Senza dubbio Safety II! Si tratta di un approccio positivo che si concentra sull’apprendimento partendo dai successi piuttosto che dagli errori. Certo, trarre insegnamento dalle situazioni critiche o dagli infortuni è importante ma, come psicologo, vedo un potenziale molto maggiore nei programmi che si basano sulla psicologia positiva. Credo davvero che la sicurezza e la psicologia positiva siano strettamente collegate.

Lei visita centinaia di aziende ogni anno. Secondo Lei condividono il Suo approccio?

Credo che la maggior parte dei programmi di gestione della sicurezza aziendale si basano ancora sul concetto di Safety I, che punta sul monitoraggio di situazioni critiche, cercando di trarne insegnamento. Questo ci porta a credere che gli infortuni più seri facciano paura e che costituiscano un deterrente per le persone, che quindi tendono poi a comportarsi in modo più sicuro. Personalmente però non credo sia così. Credo in un metodo molto più positivo, ovvero quello di rafforzare e incoraggiare comportamenti sicuri.

L'analisi funzionale del comportamento (ABC)

Crede che le aziende dispongano di strumenti sufficienti per concentrarsi su questo approccio positivo?

Penso che gli strumenti che abbiamo a disposizione, digitali e non, sono numerosi: uno fra questi è l’analisi funzionale del comportamento (ABC). La A sta per Antecedents (antecedenti), la B per Behaviours (comportamenti) e la C per Consequences (conseguenze). Quando le conseguenze in C sono positive, l’effetto sul comportamento è più evidente. Gli strumenti ci sono, ma ancora non vedo un’applicazione pratica da parte delle aziende, e questo è dovuto alla cultura della sicurezza. Dai manager sento ancora dire che i loro dipendenti devono comportarsi in modo sicuro perché sono pagati per farlo. Se non rispettano le regole, vengono puniti. Ma quando chiedo a questi leader se usano lo stesso metodo per educare i propri figli, si fermano a pensare ed è solo allora che si rendono conto che anche il rinforzo positivo deve fare parte della loro strategia. Ma purtroppo i leader e i manager fanno ancora fatica a pensare in questo modo.

Indicatori di performance per la sicurezza nel 2021

Quale consiglio darebbe agli esperti del settore, o quale cambiamento in particolare suggerirebbe per il prossimo anno?

A chi utilizza indicatori di performance per misurare il successo delle proprie misure di sicurezza, consiglio di formulare le frasi in modo positivo. Invece di dire: “Oggi abbiamo assistito a 12 situazioni non sicure”, provate a dire: "Oggi abbiamo osservato 100 situazioni e l’88% erano sicure". Basta guardare la situazione in modo positivo. Certo, c’è ancora margine di miglioramento, ma questo approccio premia chi si è comportato seguendo le norme di sicurezza. In genere, si tratta della maggioranza dei collaboratori. Quanto ho appena descritto non è di certo una novità, ma difficilmente le aziende adottano questo metodo.

Usare strumenti digitali per migliorare la cultura della sicurezza

Molte aziende hanno iniziato a digitalizzare i propri processi di sicurezza. Oggi la maggior parte dei software offre questa possibilità. Numerose aziende, tuttavia, si sono affacciate alla digitalizzazione partendo da processi obsoleti. Secondo Lei, al momento di implementare un nuovo strumento, sarebbe anche consigliabile adottare direttamente un approccio positivo?

Decisamente sì, perché così facendo si ottiene un cambiamento immediato. Inoltre, il potenziale offerto dagli strumenti per il miglioramento della cultura della sicurezza è grandissimo. Ad esempio, sondaggi e interviste aiutano a ottenere un quadro chiaro relativo alla cultura della sicurezza aziendale di appena qualche settimana prima. Ma con i feedback in tempo reale e le misurazioni attraverso specifiche app e software, è possibile ottenere un volume di dati maggiore su cui effettuare una riflessione continua e lungimirante.

Inoltre, gli strumenti digitali offrono ulteriori strumenti per influenzare la cultura della sicurezza in modo positivo. Penso ad esempio alla mia collega in D&F, Kelly van Krieken. Lei ha un background nella gamification della sicurezza e studia come app e software possono implementare un design giocoso e coinvolgente. Alle persone piacciono i videogame perché ricevono un feedback positivo immediato. Le persone vedono i risultati e possono confrontarli con quelli di amici e familiari. Quando saremo in grado di applicare le nozioni basilari della gamification ai software o alle app, le persone si divertiranno molto di più ad usarli.

Gerd-Jan Frijters, olandese, vanta oltre 26 anni di esperienza in sicurezza sul lavoro. Ha fondato D&F Consulting come consulente indipendente in materia di cultura della sicurezza. L’azienda conta oggi 45 dipendenti ed è specializzata in consulenza e formazione negli ambiti della sicurezza di macchinari e processi e della sicurezza in termini di comportamento. Frijters ha completato gli studi universitari in Ingegneria meccanica, Management e Psicologia ed è autore di numerosi libri che trattano queste tematiche.

Gerd-Jan Frijters, Interview 2021
Gerd-Jan Frijters
Safety Culture Consultant e Fondatore di D&F Consulting

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